NUOVO MILLENNIO

I luoghi comuni
La mancanza di idee e argomentazioni porta spesso a ricorrere sbrigativamente ad espressioni ripetute che hanno un impatto fuorviante e assopiscono le coscienze.

Valori condivisi
È un’espressione ambigua e ingannevole con cui da un lato, si afferma un principio assoluto, e, dall'altro, si costruisce tale principio su una certa quantità di consenso.
I valori, considerati come assolute oggettività, non hanno bisogno di condivisione.
Valgono perché valgono.
Se hanno bisogno di adesione e consenso, significa allora che il loro valere dipende dalla volontà di coloro che poi li condivideranno.
Valgono in quanto un numero ampio di volontà li vuole.
Sempre di logica quantitativa si tratta, (vedi valori) che non è propriamente la logica dell'assolutezza e della durata.

Quindi la quantità definisce l’assolutezza.
I valori condivisi sono un inganno, perché promettono l'assoluto, e offrono solo il relativo.
Muta la maggioranza che li ha votati, mutano i valori.
Allora i valori condivisi sono i valori dei più, non sono i valori dei meno.
Perciò i meno non hanno valori!
Sedersi intorno a un Tavolo.
Quando non si hanno idee per offrire soluzioni, non si trova di meglio che sperare in un supporto esterno. Ma cosa c'è da aspettarsi dalla riunione di un gruppo di teste che si proclamano vuote a priori? Forse la condivisione del senso di impotenza? Fatto si è che i tavoli non risolvono mai i problemi.

Complessità.
Un modo elegante per non dover confessare che si è fatto bancarotta nella spiegazione.

Cabina di regia.

Pensiero "condiviso".

All'interno del concetto di pensiero condiviso, una variante dei valori condivisi, ci sono varie componenti, una delle quali a cui si ricorre con troppa frequenza è il capro espiatorio. L'uomo è scontento e forse è inutile chiedersi perché lo sia; ma la colpa deve pur essere di qualcuno: qualche infedele, qualche eretico, qualche nemico di classe, qualche nemico politico. È un escamotage che sembra funzionare: anziché guardare in faccia la realtà ci si limita a indicare il villain di turno, un cattivo, o un cattivissimo sul quale scaricare tutte le colpe, meglio poi se è rappresentato da un collettivo! Non un solo eretico, ma molti. Non un solo ribelle, ma un intero popolo di sovversivi ecc.