NUOVO MILLENNIO

La sinistra

La sinistra tradizionale è diventata ormai un lusso per coloro che non hanno un’attività normale nella vita normale e trovano il tempo solo di sognare e di predicare senza preoccuparsi del presente della gente e di cambiargli la vita.

La sinistra non vuole bene alla gente.

La sinistra è prigioniera di una politica fatta di teatralità, di gesti drammatici, è una moda e, in buona sostanza, priva di sostanza.

La sinistra, con la sua visione di rivolta sociale, ha sempre attirato una folla di squilibrati, e i media conferiscono a queste azioni antisociali una sorta di curiosa legittimità, semplicemente riferendone la cronaca.

Non che manchino tra le sue fila elementi di valore che potrebbero rappresentare una sinistra adulta e di governo, pragmatica e riformista.
Ma appena questi si affacciano (quasi sempre timidamente) vengono sterilizzati da rivendicazionisti, protestatari, massimalisti, che rappresentano a loro volta la sinistra incapace di risultati, nostalgica, emotiva, irrazionale, sentimentale.

Un partito intero viene condizionato da singoli magistrati e "girotondi" inconcludenti,  composti da gente che non sa niente di politica, ma che può esibire una personale risonanza mediatica, di solito legata ad attività artistiche.

Questi, che non si possono nemmeno chiamare "minoranze" tanto sono inconsistenti nel numero, non accettano la piattezza delle riforme graduali, ma sognano l'ebbrezza della palingenesi.
Essi sono la poesia, contro la prosa degli scoloriti uomini politici, che scoloriti però lo sono davvero visto che si ritirano sempre in buon "disordine".
C'è sempre uno più puro che ti epura, diceva già Pietro Nenni, e sono questi che finiscono per connotare un'intera parte politica (se c'è ancora) ormai eternamente brontolona e perdente.

Ed è questa la sinistra che vuole regolamentare, nazionalizzare, tassare, spendere, con leve vecchie che non rispondono più agli obiettivi dichiarati di voler combattere le nuove forme di illegalità, di povertà, di esclusione, di discriminazione.

La sinistra è diventata una miniera di contraddizioni dopo lo sbandamento seguito al fallimento della ideologia che l'ha ispirata. La prova più eclatante è la lotta contro la fame nel mondo e contro la povertà, in contrasto con l'enfasi con cui cavalca i temi degli ambientalisti, i quali sognano un ritorno al medioevo con slogan quali "non crescita" "ristagno" "slow economy" "economia sostenibile" "abbattimento dell'anidride carbonica" che se applicati nei termini proposti provocherebbero una catastrofe, sì, ma umanitaria.

Marx si rigirerà sulla tomba!
La prova? Le manifestazioni contrarie dei Paesi poveri a tutte queste esagerazioni. I
l rifiuto di Paesi in via di sviluppo quali Cina, Brasile, India e molti altri, a far precipitare di nuovo i loro Paesi nel dramma della povertà, un dramma allegramente sottovalutato da ambientalisti e "capitalisti" occidentali (interessati alle straordinarie prospettive del  proprio business).
E, infine, il ricordo della forte polemica del Partito Comunista Italiano, contro i risultati dello studio sui dilemmi dell'umanità del Club di Roma di Aurelio Peccei, , che prevedevano disastri a distanza di pochi lustri, poi rivelatisi privi di fondamento, nonostante la pomposa autorevolezza degli studiosi impegnati appartenenti al "System Dynamics Group Massachussetts Institute of Techonology (MIT)."